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L’ipotiroidismo in gravidanza è una condizione che merita particolare attenzione, poiché il corretto funzionamento della tiroide è essenziale sia per la salute della futura mamma che per lo sviluppo del bambino.

La tiroide, una piccola ghiandola situata alla base del collo, produce ormoni fondamentali per il metabolismo e per numerosi processi vitali dell’organismo. Durante la gravidanza, il fabbisogno ormonale aumenta, ed eventuali alterazioni possono portare a conseguenze significative. Comprendere i sintomi, i rischi e le strategie di gestione dell’ipotiroidismo in gravidanza è fondamentale per garantire il benessere materno e fetale. Ne parliamo in questo articolo di Francesca Gaudino, ostetrica specializzata in salute pelvica.

Cause e sintomi dell’ipotiroidismo in gravidanza

L’ipotiroidismo in gravidanza può avere diverse cause, tra cui la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune che porta a un progressivo deterioramento della funzione tiroidea. Altre cause possono includere carenze di iodio, pregressi interventi chirurgici sulla tiroide o terapie con iodio radioattivo. Poiché il corpo richiede una maggiore produzione di ormoni tiroidei durante la gravidanza, una tiroide già compromessa può non essere in grado di soddisfare questa esigenza, portando all’ipotiroidismo gestazionale.

I sintomi possono variare in intensità e spesso si sovrappongono ai normali cambiamenti della gravidanza, rendendo la diagnosi più complessa. Tra i segnali più comuni troviamo affaticamento eccessivo, aumento di peso non giustificato, pelle secca, sensibilità al freddo, capelli fragili e sottili, stipsi persistente, gonfiore del viso e delle estremità e, nei casi più gravi, rallentamento del battito cardiaco. Alcune donne possono anche sperimentare difficoltà di concentrazione e sbalzi d’umore, sintomi che possono essere erroneamente attribuiti ai cambiamenti ormonali tipici della gravidanza.

Rischi per la mamma e il bambino

Se non trattato adeguatamente, l’ipotiroidismo in gravidanza può comportare rischi significativi sia per la madre che per il feto. Nei primi mesi di gestazione, gli ormoni tiroidei materni sono essenziali per il corretto sviluppo neurologico del bambino. Una loro carenza può aumentare il rischio di aborto spontaneo, parto prematuro, preeclampsia e basso peso alla nascita. Nei casi più gravi, possono verificarsi danni permanenti al sistema nervoso centrale del feto, con possibili ripercussioni sullo sviluppo cognitivo.

Per la madre, un ipotiroidismo non controllato può portare a complicanze quali ipertensione gravidica, difficoltà nel travaglio, depressione post-partum e, in alcuni casi, disfunzioni cardiovascolari. Per questo motivo, una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato sono fondamentali per evitare queste problematiche.

Diagnosi e trattamento: il ruolo del monitoraggio tiroideo

La diagnosi dell’ipotiroidismo in gravidanza avviene attraverso un semplice esame del sangue che misura i livelli di TSH (ormone tireostimolante) e FT4 (tiroxina libera). Nel caso in cui i valori risultino alterati, è necessario intervenire tempestivamente per ristabilire il corretto equilibrio ormonale.

Il trattamento principale consiste nella somministrazione di levotiroxina, un ormone tiroideo sintetico che aiuta a compensare la carenza di ormoni naturali. Il dosaggio viene stabilito dal medico in base ai livelli ormonali della paziente e viene monitorato regolarmente per garantire un adeguato controllo della condizione. È fondamentale seguire con costanza la terapia prescritta e sottoporsi a controlli periodici per adattare il dosaggio alle necessità della gravidanza.

Oltre alla terapia farmacologica, un’alimentazione equilibrata e ricca di iodio può favorire il corretto funzionamento della tiroide. Alimenti come pesce, latticini e uova possono contribuire a mantenere adeguati livelli di iodio, sebbene nelle donne con ipotiroidismo autoimmune sia necessario un attento bilanciamento, per evitare eccessi che potrebbero peggiorare l’infiammazione tiroidea.

Prevenzione e benessere materno-fetale

La prevenzione dell’ipotiroidismo in gravidanza si basa su un’attenta valutazione dei fattori di rischio e su un monitoraggio costante dei livelli tiroidei, soprattutto nelle donne con una storia familiare di disturbi tiroidei o con sintomi compatibili con l’ipotiroidismo. Un approccio proattivo, con screening pre-concezionali e una gestione tempestiva delle alterazioni tiroidee, può fare la differenza nel garantire una gravidanza sana e senza complicazioni.

L’attenzione alla salute tiroidea rappresenta un aspetto fondamentale per il benessere della mamma e del bambino. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, è possibile gestire efficacemente l’ipotiroidismo in gravidanza e vivere serenamente questo periodo speciale, riducendo al minimo i rischi e favorendo il corretto sviluppo del feto.

Se sospetti di avere sintomi riconducibili a un disturbo tiroideo, consulta uno specialista per un controllo approfondito e una gestione personalizzata della tua salute durante la gravidanza.